AC/DC, Power Up: la recensione del diciassettesimo album in studio del gruppo australiano, che torna a pubblicare un disco a sei anni di distanza da Rock or Bust.
Gli AC/DC sono tornati, ancora una volta, quando meno te lo aspetti, più tosti che mai. Nella prima uscita in studio senza il compianto Malcolm Young alla chitarra ritmica (peraltro sostituito più che dignitosamente dal nipote Stevie), la band australiana di essere in forma smagliante. E fa niente se molti li accusano di fare sempre lo stesso identico disco da 45 anni a questa parte. Gli AC/DC sono questi, che piaccia o meno. E contando le schiere di fan che ancora oggi vantano, si può dire che alla gran parte dei rockettari va bene così.
AC/DC, Power Up: la recensione
Prodotto da Brendan O’Brien Power Up è un disco perfetto per sonorità e costruzione, almeno in ambito hard rock. Non c’è davvero nulla che non funzioni, a partire dalla preponderanza della sezione ritmica, con Phil Rudd e Cliff Williams tornati in grandissimo spolvero. Due treni inarrestabili che vengono accompagnati in maniera egregia da Stevie, capace di seguire la frenesia del solito inimitabile Angus Young, ancora oggi un chitarrista dalla personalità fuori dal comune. Ma è la voce di Brian Johnson, forse, l’aspetto che maggiormente stupisce. Almeno in studio, il cantante di origine italiana sembra tornato potente come venti o trent’anni fa.
Dodici tracce robuste, solide, con il classico hard rock di matrice blueseggiante che ha fatto impazzire milioni di fan in tutto il mondo da oltre 40 anni a questa parte. D’altronde, Power Up esce nel 2020 per un puro caso: ascoltandolo senza conoscere la band, potrebbe benissimo essere un disco del 1975. E questo è sia un pregio che un difetto.
Grazie all’incredibile solidità di base, non ci sono brani che facciano storcere il naso, anche se non mancano le canzoni dal sapor di filler, come Kick You When You’re Down. Ma quello che più sorprende è la capacità che ha la band, dopo decenni di carriera, di riuscire a lasciare senza parole e senza fiato anche i propri fan più longevi con soluzioni che coinvolgono corpo e anima, rinvigorendo lo spirito rock ognuno di noi. Basti pensare a Through the Mists of Time, potente e malinconica, ma anche l’infernale Demon Fire.
Con mille dubbi sul futuro e la paura di non poter mai ascoltare dal vivo questi brani, non si può non essere grati agli AC/DC di essere tornati, e di aver dimostrato ancora una volta che anche nel 2020 non è un peccato tornare a imbracciare le chitarre per il puro gusto di fare dell'(in)sano rock and roll.
Power Up: la tracklist
1 – Realize
2 – Rejection
3 – Shot in the Dark
4 – Through the Mists of Time
5 – Kick You When You’re Down
6 – Witch’s Spell
7 – Demon Fire
8 – Wild Reputation
9 – No Man’s Land
10 – Systems Down
11 – Money Shot
12 – Code Red
Top: Through the Mists of Time – Demon Fire
Flop: Kick When You’re Down
Voto: 8-
Di seguito l’audio di Demon Fire: